IL SIGNORE E' CON TE
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Carlo Alianello in
MARIA E GESU' 17/11/2011 22:05:33
IL SIGNORE E' CON TEIl Signore è con te". Mi chiedo sbigottito se ho mai pensato davvero al significato di questa cosa che noi diciamo così spesso con facili parole. Scrivo la parola "cosa" perché un’altra non ce n’è che si presti: forse miracolo, forse mistero, forse luce, forse buio. Però un Angelo l’ha detta questa cosa; l’ha sussurrata l’Arcangelo Gabriele nella penombra della casa modesta, serrata al sole, se non fu nella grande luce, presso la fontana o vicino la siepe dell’orto.
E ho bisogno di questi riferimenti: siepe, fonte, pareti, per tenermi alla realtà d’un mondo noto alle forme d’ogni giorno, usuali, ché non mi perda in fantasticherie troppo grandi per me. Però un fatto è sicuro: che il Signore è con Maria.
Ma Dio è anche con tutti noi, con chi nasce, con chi campa, fatica e dopo muore, con la foglia di quella siepe che poi seccò, col gorgoglio di quella fonte che s’esaurì, coi pulviscoli che vorticavan dorati in quel filo di luce, che ora chi sa dove han ripreso la danza. Il Signore è dappertutto. Però con Lei in maniera speciale, e l’Angelo non l’ha detto a caso, ma con intenzione. È con Lei, come può essere con Chi è piena di grazia, epperciò tutta grazia, tutta divina quasi.
Come può essere l’unione di Dio con l’uomo? Di Dio con la Madre di Dio? Mistero. Ma come ogni mistero divino, anche questo ha una faccia sicura per noi. Un aspetto solido e immutabile. Noi sappiamo che il Signore è con una donna che fu sua Madre.
Negazioni, sofismi, eresie non potranno distruggere questo fatto che è storia e fu detto con parole definitive; che è il momento presente e sarà tutto il futuro: Dio è con Maria. Anche se il Vangelo non facesse mai più parola di Lei, dalla voce dell’Angelo, da questa "cosa" enorme, incredibile, noi abbiamo la certezza che Una di noi, Una che veste questa carne umana, pura creatura, è insieme a Dio, legata a Lui con vincoli ineffabili, ma sicuri. Da questa certezza procede ogni nostra preghiera.
Tu sei insieme a Lui, Maria; ma noi? Ma io? Noi siamo soli al mondo. Figli, sposi, parenti, amici; siamo amati, amiamo. Eppure la nostra solitudine è fonda, compatta, smaniosa, e ci pare infinita. Tutto quel che abbiamo, che patiamo, che chiediamo alla vita, passerà e con noi se ne andrà ogni persona che ci faceva compagnia, anche lei, anche lui, che ci amano, per la sua strada, un giorno. Ogni cosa è labile, forse favola, forse bugia, sicuramente imperfetta, sicuramente mortale.
Maria, l’unica mai sola
Nessuno è con noi in questo infinito universo, Madre Santa, e siamo soli. Lo so: c’è il Signore dappertutto che accompagna ogni anima; e non solo il Dio delle stelle e degli abissi, dei cieli e degli oceani, dei monti e delle sorgenti; non solo il Dio della Giustizia e della Misericordia, della Potenza e della Sapienza, ma anche quello che Tu porti in braccio, quel Bimbo che allatti, il giovinetto gentile che ti fu severo nel Tempio e l’Uomo, l’Uomo giusto, quello che Tu hai vegliato sulla Croce sanguinosa, che balzò dalla tomba e ce l’hai al fianco ora, nel suo trionfo tremendo, nel suo trionfo candido. Anch’io vorrei camminargli a fianco come i felici viandanti per la via d’Emmaus; anch’io sedermi sulla panca, accanto accanto, sul finir d’un giorno ormai consolato, quando la sera è lì lì all’orizzonte e poco manca alla notte e ragionar con Lui chetamente. Le mie pene, i crucci, le speranze, il lavoro; mettergli tutto lì sul tavolo, vicino al suo pane, bevendo alla sua brocca, e che l’aria fosse tenera e tenero il verde dei pampini nuovi, nella sera.
Ma quell’Uomo morì ed è risuscitato; quell’Uomo è Dio. Come potrei stargli al fianco? Eppoi anche i miei occhi son trattenuti ché non lo riconoscerei, come accadde a quelli che andavano ad Emmaus. Lo capisco che non sono degno di levar lo sguardo se mi passasse accanto, e non so dove trovarlo, dove incontrarlo che parli con me, dolce in questo primo tramonto. Ma ho la certezza che sta con Te che sei la mia Madre. Forse mi svian da Lui le ansie, le tristezze, la paura, quelle cose che mi tengon serrato ogni ora; ma quando finalmente incontrerò il mio Signore lungo il cammino?
O forse m’è accanto che cammina con me; ma quando finalmente saprò riconoscerlo? Tu sola puoi schiarirmelo, che l’hai avuto nella culla e fosti sotto la Croce dove Lui m’ha consegnato a Te. Tu potrai alzar il mio viso vergognoso e caparbio e dar luce ai miei occhi torbidi. Verrò piuttosto con Te alla fonte, Mamma, che porti il tuo Bambino in braccio.
Sei Madre di Dio. Ma Tu ridevi, Tu cantavi, Tu facevi il bucato, cuocevi la focaccia sotto la cenere, filavi il tuo lino. A queste cose io torno sempre per riposar i miei pensieri. Ché ridere, cantare, sciacquare e stendere e la brace e la tela sono argomenti sicuri alla mia preghiera, la quale si fa più lieve al tuo umano respiro ch’era canzone, era pianto, era parole, cose d’umanità propriamente, materia d’uomo.
Tu sei la donna e il Signore è con Te.
Era con Te prima ancora che Gesù nascesse. L’Arcangelo non disse: "Il Signore sarà con Te nel concepimento". Anzi, disse: "È con Te". Tu sei l’unica a non essere stata mai sola in terra.
O mai sola, per la nostra solitudine, abbi pietà di me! O sicura, per la nostra ansia, abbi pietà di me! O intrepida, per la paura che sempre c’incalza in questo mondo folle, abbi pietà di me! Ché, se Tu m’accompagni, io giungo a Dio e non posso sbagliare. Un Angelo l’ha detto, anzi un Arcangelo: "Il Signore è con Te". E io a Te ricorro. Sulla parola di Gabriele, anzi sulla parola di Dio. E sul tuo amore, Maria.
Il legame che unisce il Signore e la sua serva
Fin qui la riflessione di Carlo Alianello, tra l’intuizione devota e il sentire poetico di uno scrittore di forte ispirazione cristiana. Ma – quasi a commento e come a completamento esegetico del testo riportato – aggiungiamo una pagina di p. Tullio Faustino Ossanna, tratta dal volumetto "L’Ave Maria – Storia, contenuti, problemi", ‘Edizioni San Paolo’, p 63:
"… Questo saluto dell’Angelo Gabriele a Maria riferisce il termine biblico che indica la predilezione dell’Altissimo sulla creatura, espresso nel verbo semplicissimo "essere con", che vuol indicare una serie di azioni, una presenza attiva dell’Onnipotente in favore della persona: Dio è con il suo popolo, lo libera, lo guida; è con i suoi profeti, li illumina e li difende; Dio è con i re e li porta alla vittoria; è con Sara, con Giuditta, con Ester, con Anna, con Elisabetta.
Qui Maria è chiamata a dare una risposta a ciò che di assolutamente straordinario Dio le chiede; ha bisogno perciò di essere assicurata che il Signore Dio "è con lei".
Anche se qui non espresso ["Kyrios metà soû – il Signore con te"], il verbo "essere con" indica la relazione tra il Signore e la sua umile ancella, la quale s’impegna a "magnificarlo" nella sua vita. Il Dio dei padri, il Signore del cielo e della terra, è con Maria sempre, in tutto: ispira, santifica, opera il suo piano di Salvezza con lei, per mezzo di lei.
C’è, nell’espressione "Il Signore [è] con te" l’affermazione del primato di Dio che noi affermiamo e di cui Maria è consapevole; ma anche Maria, con tutto il suo essere "è con Dio". La signoria di Dio s’esprime attraverso la sua volontà sovrana: ella l’accoglie e vi collabora. Dicendo "il Signore [è] con te", anche noi affermiamo il legame che unisce Dio e Maria in questo "essere con" che è lo scopo della vita, la felicità ultima dell’uomo. Tutta la persona di Maria risponde a Dio: Dio è in lei, lei è con Dio. Molto più che "tabernacolo" o "tenda", o "arca", in cui c’è l’essere umano in comunione di vita con l’essere divino [cfr., per approfondire questo concetto: L. Boff, L’Ave Maria, Assisi 1990, pp. 54-56]".
Carlo Alianello